L’intelligenza artificiale è una fortuna, è qui per liberarci dai lavori di routine, ed è qui per ricordarci cosa ci rende umani.
Questa citazione racchiude le intenzioni insite nelle parole del visionario informatico Kai-Fu Lee che nel suo TED talk del 2018 descrive in dettaglio come gli Stati Uniti e la Cina stiano guidando la rivoluzione del deep learning.
Intelligenza artificiale e valori umani sono stati i pillar del terzo circle di TEDxUniversitàIULM. Tale tema non poteva di certo mancare nel nostro dinamico gruppo di discussione, stavolta in un colloquiale confronto con il fondatore dello IULM AI lab, Guido Di Fraia che ha alimentato la discussione fornendo spunti e prospettive nuove introducendo la tanto cara intelligenza aumentata.
La discussione questa volta prende il via dalle considerazioni degli studenti partecipanti che propongono il loro parere sul caldo tema dell’AI sulla base delle parole dell’oratore del TED talk in questione. Due sono i punti chiave che emorgono:
La paura del diverso e la necessaria ma utopica rieducazione civica alla tecnologia.
Sebbene l’intelligenza artificiale possa sembrare un concetto ampio che rimanda ad un immaginario surreale e apocalittico, essa è attorno a noi, ne beneficiamo ogni giorno nelle pratiche più comuni, disinteressati e, in generale, con poca consapevolezza. La domotica, il nostro smartphone, gli agenti virtuali, sono strumenti composti da applicativi di AI che semplificano e ottimizzano le nostre attività quotidiane.
Eppure, quando ci soffermiamo a pensare all’intelligenza artificiale, la nostra mente associa immagini catastrofiche, robot trasformers che dominano il mondo, la ribellione delle macchine e la sostituzione totale dell’essere umano. Uno scenario degno di un Oscar ma che ogni profano esplora quando parla di AI.
Tutto questo non è nient’altro che la paura del diverso, dell’ignoto, dell’inesplorato, perchè d’altronde, seppur tanti strumenti siano alla portata dei meno esperti, la potenza della tecnologia si moltiplica ogni giorno grazie alle innumerevoli scoperte nel campo, ma siamo ancora ben lontani dalla tanto interpellata Super Intelligenza.
Tra i partecipanti sorge dunque un interrogativo leggitimo:
Alla luce di tali sentimenti, non sarebbe necessaria una rieducazione alla tecnologia sin dai primi anni di scuola?
Il professore Di Fraia accompagna i partecipati a riflettere sul tema del digital divide: il divario digitale che ci accompagnerà ancora per generazioni e vedrà ancora molte classi sociali meno esperte sul digitale e sulla tecnologia in generale.
Nel 2030 l’AI permeerà in modo quasi definitivo il nostro lavoro e la nostra casa, ma “insegnare” alle persone la coesistenza con la tecnologia sembra ancora un tema complesso e di difficile progettazione.
Come Kai-Fu Lee, anche Guido di Fraia e i partecipanti del TED circle convengono su un punto:
Solo i valori umani, la creatività più irrazionale e profonda ci distinguerà dalle macchine; Esse “aumenteranno” la potenza della nostra intelligenza, ci sotituiranno in quel lavori noiosi e routinari e se l’accetteremo, ci permetteranno di estrarre sempre più conoscenza. Ma il cuore, le emozioni e le associazioni visionarie, quelle faranno sempre e solo parte dell’intelletto più umano e caldo insito in noi.